Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/306

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I costumi del chiericato romano d’allora in poi migliorarono notabilmente, ma le altre condizioni son sottosopra le medesime

0 peggiorate. E le occasioni che la providenza apparecchia ai romani di risorgere non verseranno, come dianzi, in casi fortuiti e parziali, non saranno opera di principi o effetto di tumulti casalinghi, ma rimbalzo e derivazione dei casi universali di Europa. La considerazione di tale necessitá non lontana vuol essere ponderata massimamente dagli uomini giudiziosi, affinché non si rinnovi la solita sventura d’ Italia, che, rifuggendo i savi dai partiti audaci e straordinari anche quando i tempi li necessitano, lasciano il campo libero agl’intemperati, cosicché ciò che potea farsi bene e senza scossa succede coll’accompagnatura d’infiniti disordini. Il che non accadrebbe se gli animi ci fossero disposti e che, giunta l’ora, i buoni e gli assegnati, in vece di trarsi in disparte o tramare occulti contrasti, dessero mano all’opera e con senno la conducessero. Uopo è dunque farsi capace che il mantenere la signoria temporale del papa in un nuovo sommovimento italico sarebbe come risuscitare un morto; uopo è persuaderlo alle moltitudini, avvezzandole fin d’ora a considerare il nuovo ordine delle cose come utile alle credenze. Se il volgo giudicasse altrimenti, ne nascerebbe pericolo da un canto d’inutili e calamitosi conflitti, dall’altro di lacrimevoli profanazioni, imperocché chi crede fallire, anche stando nei limiti ragionevoli, è naturalmente portato a trapassarli. L’ufficio di educare e d’ instruire su questo tema importante l’opinione pubblica tocca in particolare ai chierici per la qualitá del grado, e non si disdice a’ laici, secondo l’esempio cattolico di Dante, che corse questo medesimo aringo e osò ammonire i cardinali e il pontefice contro i farisei della sua etá (*). Oggi pure

1 farisei non mancano, che vorrebbero far del temporale un dogma e per poco uno statuto divino, essendo tanta l’ignoranza delle materie ecclesiastiche in alcuni di coloro che ne seggono a scranna, che gli spropositi piú massicci rinvengono chi se li beva. Costoro metteranno sú Roma, eccitandola a puntellare

(i) Epist., iv, 5.