Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/370

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— Ma non è porre — dirá taluno — questa casa e la monarchia a maggior pericolo, il far dipendere le sorti dell’una e dell’altra dall’arbitrio di una Dieta? E tu, proponendo cotal partito, non ripugni a te stesso, avendo rigettata quando eri ministro ogni assemblea politica che a mandato libero decretasse? — Rispondo che la differenza non è mia ma dei tempi. Ciò che era prudente, opportuno, possibile nel giro del Risorgimento, non sarebbe tale in quello del Rinnovamento. La monarchia sarda nel principio del quarantanove era screditata dai disastri della prima campagna e dalle vergogne della mediazione; i puritani cresciuti di albagia e di numero alzavan la cresta; i democratici erano si mal conoscenti dello stato di Europa, che credevano di aver guadagnata la posta, mentre era vicina, anzi giá incominciata la rivincita dei perditori; e in fine le popolazioni soggiacevano al terrore eccitato dalle minacce dei faziosi e dalla morte di Pellegrino Rossi. In tali congiunture una Dieta sovrana di tutta Italia avrebbe probabilmente operato in largo ciò che fece in ristretto la romana, acclamando la repubblica quando era piú che mai importante di difendere la monarchia per salvare la libertá. Perciò io mi opposi con vigore alla Costituente toscana; e se non mi riuscí di stórre dal resto d’Italia i mali imminenti, posso almeno gloriarmi di aver messo in salvo lo statuto piemontese. Ma dove avvenga, quando che sia, in Europa un nuovo rivolgimento e che la fortuna arrida ai popoli (che è il solo caso a cui si applichi il partito da me proposto), chi non vede che il far senza la Dieta o il ristringerne le commissioni annullerebbe l’autoritá morale del Piemonte e porrebbe alla sua egemonia un obice non superabile? che questa avrebbe contro tutti i repubblicani d’Italia e di Europa? che l’impresa, spogliata del suo carattere generoso e patrio, smetterebbe la sua bellezza e però l’efficacia? che piglierebbe l’aspetto volgare di una mossa interessata e di una conquista ambiziosa? che susciterebbe in molti mille timori (dicasi pure non fondati) di fini subdoli e pericolosi agli ordini liberi? e che per ultimo i puritani, usufruttando con arte tali disposizioni, trarrebbero a sé quanta fiducia benevola e quanto entusiasmo verria meno al Piemonte per tal procedere?