Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/373

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superstite negli abiti anche da che è spenta nelle instituzioni, dal genio e costume marziale dei terrazzani e sovrattutto dalla tarda partecipanza della lingua e delle lettere italiche, stante che il pensiero è informatore delle opere e la nazione s’ immedesima colla favella. Laonde l’ Alfieri diceva che «il parlare italiano è un vero contrabbando in Torino, cittá anfibia» (0, e quasi egli dovesse avverare in parte l’osservazione col proprio esempio, non potè il suo ingegno, benché sommo, vincere nelle minori scritture «la temperie del nativo paese, che per tante etá si vede non aver mai prodotto all’Italia alcun lodato scrittore» ( 2 ). Qualcuna delle dette doti appartiene al novero di quelle che dinotammo come fattrici del giure egemonico; tanto che, come spesso avviene alle cose umane, quello che è di aiuto è al tempo medesimo d’impedimento.

Mancando al Piemonte il senso della nazione, egli non può possedere in veritá quello di se stesso, né anco qual popolo e Stato particolare, giacché l’uno è indiviso dall’altro e il valor delle parti dipende dal tutto. Dal che si raccoglie che il municipalismo ripugna a se stesso, imperocché, abbandonando ogni pensiero e ogni cura della patria per amor del comune, toglie % ogni vigore al comune, come quello che non è e non può nulla di rilievo senza la patria. Il municipalismo è la coscienza iniziale, intuitiva e confusa dei popoli, la quale, circoscrivendosi, diventa nazionale, come l’intuito distinto e determinato in riflessione si muta. Attalché presso i popoli adulti il municipio si sente e si vede nella nazione, come ciascuno contempla il proprio animo in Dio che lo crea e nel mondo che lo comprende; laddove nei popoli fanciulli la percezione confusa della patria fa si che il senso piti vivo del municipio lo assorba, come lo spirito s’immedesima Dio e la natura presso i poeti ideali di Oriente. Simile appunto è in politica il caso dei piemontesi; i quali, mentre antipongnno all’Italia la nativa provincia, ne ignorano le forze e le potenze recondite, non sanno di che sia capace, si spaurano

(1) Vita, n, 23.

(2) Giordani, Opere , t. i, p. 35.

V. Gioberti, Del rinnovamento civile d’Italia - li .

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