Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/390

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zione: credo bensí che gli spiriti municipali lo abbiano indotto senza sua saputa a praticare in Piemonte la stessa politica che i siciliani professano per la loro isola. Tanto che, se il doppio intento riuscisse, le due parti estreme d’Italia diverrebbero una dipendenza, un emporio e uno sbarco della Gran Bretagna; il che quanto valga a disporre Pegemonia e agevolare l’indipendenza, si può vedere da ognuno. Le convenzioni dei deboli fatte coi forti non sono mai pari dai due lati, e possono nei tempi gravi dar luogo ai soprusi piú iniqui, quali furono gl’insulti fatti nel 1793 al porto di Genova e ripetuti nell’anno appresso (’). Ché se allora la prepotenza mosse da sole ragioni politiche, quanto piú è da temere che non si rinnovi l’esempio, se vi si aggiunge il pungolo dell’interesse?

Le convenzioni commerciali premono talmente al nuovo ministro che, non pago d’infeudare il Piemonte alla Gran Bretagna, facendone una spezie di Ionia continentale o di Lusitania italica, egli lo strinse con simili patti a mezza Europa, rogandoli prima di proporli alle Camere, affinché queste sieno men libere nel rifiutarli; in guisa che oggi non vi ha quasi potenza culta a cui non caglia di perpetuare il nostro divorzio dalla nazione. L’Austria stessa non è esclusa dal lauto banchetto, poiché la pace di Milano l’autorizza ad entrarvi (*). Ché se tali accordi non imbrigliano punto né poco la libertá dei potenti, chi non vede che ciascuno di essi è una nuova pastoia per quelli che vivono ad altrui discrezione? Nei tempi di pace ferma e durevole possono esser utili, purché sieno ben intesi, e niuno è piú atto del Cavour a intenderli dirittamente; ma che sorta di prudenza è il legarsi con tali vincoli quando sono in pendente gl’interessi piú gravi, e importa sopra ogni cosa l’essere sciolto e libero nell’elezione? a che tanta fretta? perché non aspettare che il nodo intralciato delle cose di Europa abbia un qualche districamento? L’indugio non era lungo, poiché nel vegnente anno gli eventi decideranno del futuro indirizzo. Ma,

(1) Botta, Storia d’Italia dal 1789 al 1814 , libri in, ív.

(2) Histoire des négociations , ecc., pp. 192, 193.