Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/14

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l’ingegno, e da! connubio dell’ingegno colla plebe, quasi da androginia feconda, proviene la civiltá.

La plebe adunque, benché paia la parte infima del mondo civile e ne sia in effetto la piú vilipesa b), ne è tuttavia il polso e l’anima e possiede un vero primato che niun le può tórre, poiché ella è il semenzaio delle altre classi e la matrice per cui vive e perenna la comunanza. Per questo rispetto la plebe ha convenienza colla donna, benché l’una sia la parte piú rozza ed informe dell’umanitá e l’altra la piú delicata e gentile; tanto che anche nelle fattezze e movenze, se da un lato predomina la linea retta (come nella virilitá colta la circolare), dall’altro le forme piú perfette, cioè le ovali, prevalgono. Ma a malgrado dei contrapposti spirituali e corporei che fanno della plebe e della donna due estremi, questa è verso il maschio ciò che quella è verso l’ingegno, in quanto che nella cognizione di entrambe l’intuito e il sentimento galleggiano; benché esso sentimento sia nell’una, come dire, massiccio e ruvido, nell’altra squisito e finissimo. Ora il sentimento e l’intuito, oltre che contengono sommariamente quanto si trova nella ragion riflessiva, l’avanzano di comprensione, non possedendo questa se non se una porzioncella delle loro dovizie, e avendo verso di quelli la proporzione della parte verso il tutto e dell’atto verso la potenza. Nel modo che ogni potenza ha una virtualitá infinita di cui gli atti successivi son la finita esplicazione, medesimamente la ragion dell’uomo, svolgendosi di mano in mano, è un’attuazione circoscritta e progressiva di quella ricca potenzialitá inesausta che si acchiude nell’intuito e spicca sovrattutto nel senso donnesco e plebeio. laonde da questo lato la donna e la plebe hanno una vera maggioranza sul maschio e sul ceto colto, possedendo entrambe non solo una maggior comprensione conoscitiva ma il privilegio di essere foriere e cominciatrici. Come la pubertá della donna precorre a quella dell’uomo e le incolte cittadinanze precedono le disciplinate, cosi il presentimento e l’istinto femmineo

(i) Ariosto, Fur., xxxvm, n.