Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/201

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come il genio popolare e nazionale, che nell’antico fu sommo, nel moderno fu nullo. Cesare, fra le tenebre e la corruzione del gentilesimo e un mezzo secolo prima dell’evangelio, divinò il concetto cristiano e il riscatto plebeio in universale. La cosmopolitia, che era stata per la repubblica uno strumento di dominazione, egli volle usarla per affrancare e pareggiare i popoli; onde fu tanto piú nazionale quanto che prese a difendere non una sola nazione ma tutte, preludendo all’ufficio esercitato da alcuni illustri pontefici del medio evo. Cosi egli fu negli ordini civili il precursore del cristianesimo e della cultura moderna; e presenti l’avvenire, perché sentiva col popolo in cui solamente il secolo s’infutura. Napoleone fu grande e fortunato finché si attenne ai principi legittimi della rivoluzione francese, ma egli fece il bene piú per necessitá dei tempi che per elezione; onde, come prima fu arbitro delle cose, mutò tenore e rovinò. E anche quando il tracollo era giá incominciato, c’era rimedio, solo che egli avesse avuto il senso del popolo, il quale nel quattordici e nel quindici acclamava e plaudiva all’uomo che potea ancora preservare la patria dall’ ultima infamia. Se Napoleone tenea l’invito della plebe e dei soldati, sarebbe risorto poco men forte e glorioso di prima; e l’avrebbe tenuto, se una scintilla di genio popolano avesse scaldato il suo cuore. Ma in vece, disprezzate le offerte, gli scongiuri, l’entusiasmo della folla e dell’esercito, egli sperò fino all’ ultimo nelle classi che l’odiavano, negli uomini che lo tradivano e congiuravano cogli estrani ad esautorarlo : ; quasi che a costoro anzi che al popolo della cittá e del campo avesse obbligo della sua esaltazione e dei trionfi di tanti anni. Non seppe risolversi ad accettare un aiuto che gl’ imponeva il debito e la necessitá di regnare popolarmente, e la regia superbia fu il castigo dell’ingratitudine. E pure egli aveva da Cesare il vantaggio inestimabile della civiltá moderna e di un millenio e mezzo di cristianesimo; e la plebe, che potea parer poco o nulla nel primo secolo, era giá tutto nel nostro. Tanto

1, 1 > YaulabElle, Caule de l’empire , Paris, 1S45, t. 1, passim.