Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/204

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del valore è conferito al piú prode. Forse è presunzione dal canto nostro o ingiuria ai forestieri il desiderare un bene a cui essi c’invitano? «Se l’ Italia — dicea testé un illustre francese — fosse affrancata dal barbaro e sciolta dal giogo temporale dei chierici, ella forse ripiglierebbe il primo grado tra le nazioni» (0. La paritá dei popoli, come quella degl’individui, non toglie le disuguaglianze naturali né quelle che vengono da virtuosa elezione, e riguarda la concorrenza alla prova, non il merito della vittoria. La democrazia livellatrice e non temperata dall’aristocrazia naturale della virtú e dell’ingegno sarebbe esiziosa ai popoli non altrimenti che ai cittadini. Oltre che, il priniat<iJion è tal cosa che si possa acquistare e mantenere ingiustamente; imperocché, nascendo dall’assenso libero, vanno di pari il titolo e il possesso. E però non vi ha pericolo che il godimento di un tal bene sia occasione o fomite d’infingardire, essendo assai piú agevole il dismetterlo che l’acquistarlo. Quindi la storia c’insegna che questo privilegio non suol durare a lungo nello stesso popolo, ma passa dall’uno all’altro, come le gran ricchezze da famiglia in famiglia presso le nazioni che vivono a traffico e ad industria; cosicché l’instabilitá di esso e la facilitá della perdita debbono aggiungere nuovi stimoli al possessore per non rimettere punto né poco delle cure operose che il procacciarono.

Io scriveva sottosopra queste cose alcuni anni sono e invitava i miei compatrioti a ricuperare l’antico grado. Ma l’esito infelice del Risorgimento mi fece spacciare per sognatore, quasi che l’impresa non abbia dato in fallo perché si trascurarono i ’mezzi opportuni a condurla. Il primo dei quali consisteva nel cominciare* da|__ _primato morale p rima di dar opera al civile, avvezzando l’Italia ad avere una scienza, una letteratura, un modo di pensare e di sentire suo proprio, affinché l’autonomia e il principato dell’intelletto e dell’animo spianassero la strada a quello dell’azione. Negletto questo tirocinio, le imitazioni servili dalle dottrine trapassarono nella pratica e fecero declinare il moto incominciato dalle sue leggi; tanto che riuscí effimero

(1) Paolo di Musset nel National, 21 avril 1851.