Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/314

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aveva un’umiltá singolare, poiché, interrogato «se, dovendo morire, nulla gli pungerebbe il cuore con riinordimento di coscienza, rispose: — O figliuol mio, di che vogliono aver rimorso i santi alla morte?»! 1 ).

L’intolleranza. Sforza Pallavicino, che fu senza dubbio uno dei gesuiti piú civili e discreti del suo tempo, chiama gl’israeliti «un vii gregge d’uomini, i piú ignoranti, i piú meccanici, i piú avari, i piú bugiardi... che vivano nel nostro commercio; sordidi, viziosi, disonorati, abborriti per ogni luogo». E queste parole si leggono nella Perfezione cristiana ( 2 3 4 5 ). È egli da stupire che nove vescovi del Piemonte educati a questa scuola protestassero contro la legge che accomuna alla generosa schiatta i diritti civili? Gli ebrei però non debbono averla a male, poiché il cardinale gesuita non si mostra piú gentile verso le donne, e scrive che il loro sesso, «essendo imperfetto nell’individuo, sarebbe un mostro nella spezie, se non fosse necessario a perpetuarla con la generazione; onde la natura il fe’ non fuori dell’intenzione si come i mostri, ma intendendone per fine il generare» (3). Non ti par egli di leggere il celebre Giovanni Nevizano? E il disprezzo della donna, non che migliorare i costumi, forse non li corrompe? La riverenza del sesso frale non è un portato e un progresso del cristianesimo?

Stragi religiose. «Pari anch’essere la consolazione dell’animo, veggendo che quelle guerre non servivano tanto a distruggere gli avversari di Fasciba quanto i nemici di Cristo. Ciò erano i bonzi... Averne Fasciba oramai quasi del tutto spento quattro delle maggiori sètte e fatto de’ lor corpi orrendo macello»(4). Fu dato «a distruggere al fuoco il noviziato nostro e due chiese che v’avevano. Benché non senza qualche consolazione per la vendetta che una zelante e animosa donna fedele ne fece», la quale pose fuoco in un monistero e in un tempio di bonzi, «tutta giubbilante finché durò a consumarsi quel sacrificio delle sue mani» (5). Il fatto piú enorme di questo genere che le storie rammentino è la strage degli ugonotti, nominata da

(1) Bartoli, Vita del padre Vincenzo Cara/ a, il, 12.

(2) I, 16.

(3) Tbid., n, io.

(4) Bartoli, Giappone , il, 2.

(5) Ibid., li, 16.