Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/84

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nelle lettere, buon giudizio nelle scienze e quel cumulo di qualitá intellettive e morali che fanno l’uomo grande ed il cittadino.

I politici mistici s’ ingannano a dire che la religione basti alla gentilezza, potendo ella si bene partorire una civiltá iniziale come quella dei bassi tempi, ma non mica una civiltá piú avanzata e conforme ai bisogni dell’etá nostra. Anche i dettati della morale evangelica non penetrano daddovero la vita sociale se non mediante l’aggiunta della cultura, e molte enormitá oggi abborrite o derise furono in onore quando l’indirizzo delle cose umane era in arbitrio dei sacerdoti (0. Né può darsi Io sfratto all’antichitá senza detrimento del cristianesimo, essendo ella stata l’ombra e l’apparecchio di questo ( 1 2 3 4 h «Iddio — dice un teologo non sospetto (3) — abbozzò la figura e gittò le fondamenta delle veritá cristiane nei libri paganici, e volle che la ragione facesse innanzi alla legge di grazia gli sforzi piú maravigliosi ; onde è da credere che d’ora innanzi non avremo piú Virgili né Ciceroni».

II mondo grecolatino è la sustruzione su cui posa l’alzata del mondo cristiano, il quale si vantaggiò e abbellí di tutte le parti della sapienza antica e prese dalla Grecia e dal Lazio le sue classiche e originali favelle. Perciò Torquato Tasso scriveva che «molti gentili furono giusti, valorosi e prudenti, e col lume naturale indirizzarono tutte le loro operazioni, onde chi gli rifiuta par che ricusi i doni di natura» U); ché in effetto l’antichitá, come piú pressa alle origini, si accosta meglio al naturale che non l’etá piú recente. E altrove gridava pieno di sdegno: «Quest’antichissima strada, che giá condusse dall’Accademia e dal Liceo o da altro luogo si fatto e dalla compagnia de’ filosofi a’ pericoli delle battaglie ed alla gloria de’ regni e degl’imperi, Pericle, Alcibiade, Epaminonda, Agesilao, Alessandro, Scipione,

(1) Consulta Gesuita moderno, 13, 14.

(2) Consulta Prolegomeni, passim ; Apolog., 2.

(3) Giovanni di Saint-Cyran, citato da Giuseppe Ledere (CEuttres de Ciciron, Paris, 1826, t. xxxni, p. 14). II Saint-Cyran è tanto piú autorevole su questo punto, quanto che fu uuo dei fondatori del giansenismo, cioè di una dottrina che avvilisce e condanna per massima tutti i pregi e i meriti del paganesimo.

(4) Il Cataneo ovvero degl’idoli.