Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 1, 1911 - BEIC 1832099.djvu/15

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proemio 9

semplice della vita privata; tanto che se uno per indurre altrui a far di presente un’impresa pericolosa e difficile gli recasse per unico argomento che potea darvi opera assai tempo prima, senza aver l’occhio alle circostanze, sarebbe riputato degno di riso. Ora chiunque ha fior di senno dee accorgersi che i casi degli ultimi tre anni, e massimamente il progresso delle idee popolari da un lato, le follie delle sètte e dei governi dall’altro, hanno talmente mutate le condizioni di Europa, che il voler oggi rimettere a capello quegli ordini e ripigliare quell’indirizzo che era proporzionato all’Italia del quarantotto è cosí ragionevole in politica come sarebbe in cronologia il pretendere che il quarantotto non si distingua dal cinquantuno. Imperocché mutati gli aggiunti che rendevano opportuno un certo modo di procedere, anche questo dee mutare, se l’opportunitá non dee correre a rovescio dei fatti che la partoriscono.

Coloro che m’incolpano di contraddizione non si appongono in ogni caso meglio di quelli che mi tacciano di sognatore, perché il moto italiano andò a monte. Il quale appunta venne meno perché gli si volle dare un indirizzo diverso e contrario a quello che io aveva divisato; né io mi rendetti mai mallevadore della saviezza delle sètte, dei governi e dei principi. Sognatore sarei stato se, prestando fede a’ miei avvisi, si fosse dato in fallo; dove che la ruina nacque dal disprezzarli, non solo sfatando le parole, ma attraversando alle mie opere ostacoli insuperabili. Similmente, se ora che sono svanite per altrui colpa le mie e le comuni speranze e che è mutata la materia in cui si dee operare, io propongo quel miglior costrutto che può cavarsene, la nota d’incoerenza mi si può tanto ascrivere quanto ad un architetto che vari il disegno, mutato il suolo e i materiali dell’edifizio.

E qui mi cade in acconcio di rispondere due parole ad alcuni uomini onorandi e benevoli. I quali avendo inteso che io mi proponevo di scrivere sulle cose nostre, mi confortarono a farlo in un dato modo; se non che gli uni mostrarono di desiderare che io facessi professione di monarchico e gli altri di repubblicano. Quando l’elezione fosse stata in mio arbitrio, io