Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/14

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basti al lettore sapere ch’egli, nato a Livorno nel 1888 da Averardo Borsi, giornalista, fu tenuto a battesimo da Giosuè Carducci: rivelò prestissimo il suo grande ingegno e le sue rare disposizioni letterarie, tanto che chi spigolerà tra la sua produzione di adolescente, avrà più volte a farne le alte meraviglie: mortogli il padre, nel 1910, si dedicò al giornalismo, e fu per qualche tempo direttore del Nuovo Giornale di Firenze: lasciò una quantità di articoli di politica, di critica, di varietà: due volumi di versi (Primus fons e Scruta obsoleta) oltre molte rime non ancora raccolte: un volume incompiuto di novelle, Crisomiti: romanzi similmente incompiuti: e per il teatro alcuni apologhi orientali in un atto, veri gioielli, dei quali il Diadestè ebbe molta fortuna sulle scene. Ottenne pure eccellenti successi come conferenziere (specialmente in due memorabili letture dantesche tenute a Firenze in Orsanmichele) come lettore, e persino come artista drammatico, sostenendo parti importanti nelle rappresentazioni greche del Romagnoli a Siracusa, a Fiesole, a Torino. Nell’ultimo anno