Pagina:Giosuè Borsi - Lettere dal fronte, 1918.djvu/21

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non te lo posso dire: d’ora innanzi bisognerà che tu ti rassegni a non sapere dove sono precisamente. Ho passato la notte a Udine, come ti dissi ieri, ed ho trovato una trentina d’amici inaspettati: Ojetti, Cippico e tanti altri, tutti guerrieri. Che città Udine! Tutta gremita di soldati, ufficiali, generali, in mezzo a un movimento vertiginoso di automobili, furgoni, batterie, con gli aeroplani che volteggiano su in cielo. La sera la città è immersa in un buio impenetrabile, e anche gl’interni delle case sono appena illuminati. Il movimento dell’esercito è uno spettacolo maestoso e terribile, e mi sento ricolmo d’orgoglio all’idea che anch’io ho l’onore di far parte di questa splendida e formidabile macchina tutta animata e intelligente.

Ho trovato da dormire benone in un alberghino la cui padrona era tutta premure e sorrisi. Stamani alle sei siamo partiti, tutti allegri come pasque, chiacchierando animatamente coi veterani che erano già stati al fuoco. Era l’ultima tappa del nostro viaggio, perciò la nostra serenità era un po’ meno fragorosa che al momento della partenza, più calma e rac-