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Pagina:Giovanni Botti, I boccali di Montelupo.djvu/45

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liì io un Brigantiao raguseo direttto per Napoli; ma ìa vista del mare tenendomi sempre presente allo spirilo l’imbarco, e il viaggio che feei da Cadice con Elvira, e come riaperta perciò la piaga causatami la perdita di essa, De segui che restai per tutto il viaggio, per quanto sollecito, e propizio, dì un umore tetro, e malinconico all’estremo.

Scesi a terra a Civitavecchia, ed entrato in mia casa, ricevei da Filippo un accoglienza, che sebbene volesse egli far apparire affettuosa, ben rilevavasì essere nel suo interno freddissima; così i suoi due figli, affatto imperiti nel’arte maligna della simulazione, mi colmavano d’innocenti carezze, ma facevanmii alle volte comprendere con una specie di cirospezìone, che il loro padre non era verso di me del loro istesso umore, e che non aveva molto gradito la mia venuta.

Cominciai a trattar blandamente con mio fratello degli affari di casa, e nel tempo stesso attingevo altrove le possibili nozie correlative, coll’ajuto dell’amico -Cesarini.