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sente che, dai 18 ai 21 anni, ogni atto si colora di passione.
Siano destati e rafforzati la fierezza di appartenere alla razza italiana, il sentimento dell’onore, della dignità personale, della leale emulazione, della lode bene meritata.
Sia conferito il dovuto premio al valore; sia fatta sentire la bellezza della virtú, questa contrapponendo alla bruttura del vizio; sia contrapposto il coraggio alla viltà.
Nessuno ignori il motto: «meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora».
Si preparano cosí i combattenti atti a tutte le guerre, cruente e incruente, che il Fascismo, se sarà chiamato, combatterà, con la certezza di conquistare la vittoria.
La Gioventú italiana del Littorio affina, a tale scopo, la sua organizzazione e la sua attrezzatura. I giovani sono orgogliosi di vivere nel secolo del Fascismo e nel tempo di Mussolini. Egli, al Gran Rapporto del primo Decennale della Rivoluzione, cosí ha segnato le direttive di marcia:
«Noi vogliamo che i giovani raccolgano la nostra fiaccola, si infiammino della nostra fede, siano pronti e decisi a continuare la nostra fatica».
FINE
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