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in generale non vengono mai eseguite troppo presto; le punture, le ritirate, le inchiodature, i chiodi da strada, esigono sempre pronte aperture, affine di prevenire l’infiammazione interna, evitare le raccolte purulenti, o dare scolo al pus già formato ed il di cui soggiorno può cagionare guasti estesissimi. In quanto alle avvertenze che richieggono le scalfiture1, possono dividersi in quelle che precedono l’operazione, in quelle che si devono avere operando, in quelle infine che devono essere continuate sino al compiuto ristabilimento del piede. I riguardi da aversi, prima d’ogni operazione, si estendono all’animale, come agli oggetti diversi dei quali bisogna anticipatamente essere premunito. In generale, le operazioni leggieri e poco dolorose possono essere praticate in ogni ora della giornata, senza che siavi bisogno preparar il cavallo. Ogni volta che la malattia deve cagionare un’ampia ferita, suscettibile di produrre febbre, far soffrire l’ammalato, dibattersi e difendersi, è indispensabile per operare, sia l’animale digiuno e preparato da un regime di alcuni giorni.

Certi cavalli torpidi e generalmente poco sensibili, subiscono le più gravi operazioni senza esservi stati preparati e senza risentire alcun incomodo notabile nell’esercizio delle loro funzioni. Non succede lo stesso nei

  1. Questa espressione, benchè poco usata in letteratura, ma fre quentemente impiegata in chirurgia, indica gli effetti dell’azione di scalfire; il suo significato deve intendersi nel medesimo senso delle parole scottatura, da scottare; puntura, da pungere, ec.