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Le pecore, così preziose per le loro lane e per le loro carni, periscono il più delle volte per irregolarità di regime alimentare ed igienico, e soffrendo frequentemente ai piedi.

È costante che, negli animali assoggettati a’ lavori penosi e quasi giornalieri, i danni della servitù si fanno rimarcare più particolarmente ai piedi; queste parti si difformano, s’alterano più o meno, secondo il genere d’esercizio che si esige da questi quadrupedi, secondo il terreno che calcano o sul quale soggiornano: per ciò le malattie dei piedi sono tanto più frequenti e pericolose, quanto più gli induvidui camminano a lungo su strade ferrate, selciate e pietrose. Egli è specialmente nelle grandi città come Parigi che i cavalli provano tutti gli inconvenienti del servizio sul selciato, sempre ineguale, per lo più smosso, bagnato e coperto di fango. Gli sdrucciolamenti, le distorsioni articolari, dalle quali non si possono guarentire, guastano in poco tempo le articolazioni inferiori de’ loro membri, e producono il deterioramento dei piedi; queste alterazioni divengono tanto frequenti che, sopra un solo cavallo zoppo dall’anca o dalla spalla, se ne contano cento che zoppicano dal piede1. Non è dunque da meravigliare se nelle città ed in tutti i luoghi avvicinanti strade molte frequentate, i veterinari abbiano a curare quantità di zoppicature, che di rado si incontrano altrove, e queste

  1. Vedi, Observations et découvertes sur des chevaux, avec une novelle pratique sur la ferrure, di Lafosse padre, Parigi, 1754, pag. 29.