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tutta ad un tratto, produce lo sviamento dello stromento tagliente, il quale, essendo portato nelle parti molli, può produrvi lunghe e profonde ferite. L’operatore deve avere la precauzione di mantenere costantemente lo stromento limitato, come pure non mai spingerlo con forza, senza avere precedentemente preso un punto d’appoggio che la metta nel caso d’esserne sempre padrone, di potere limitare la sua azione a volontà e ritenerlo tosto che cessi la resistenza. L’esportazione della porzione d’ugna che cuopre il male esige eziandio cure ed attenzioni. Se, dopo avere afferrato il pezzo corneo colle tanaglie, lo si tira con molta forza e precipitazione, invece di staccarsi uniformemente dalle parti sottostanti, le trae seco, le esporta e spoglia così l’osso del piede; alle volte, come nella dissuolatura, l’ugna si divide e si lacera da sè medesima; forma degli avanzi, che restano attaccati al tessuto reticolare e che si è poi obbligati amputare. Questi inconvenienti non hanno luogo allorchè l’operatore, dopo avere staccato il pezzo d’ugna che fa tenere da un assistente colle tanaglie, raccomanda d’agire adagio rovesciando l’ugna e torcendola leggermente, ora da un lato, ora dall’altro; mentre egli stesso, armato dell’elevatore e della foglia di salvia, ajuta a sollevare, recide tutti i laceramenti che cominciano a formarsi, e bada che lo staccamento si continui in modo uniforme. In tutte queste circostanze, il veterinario si abituerà alle precauzioni proprie a prevenire gli accidenti d’ogni genere, a