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po straniero che è necessario distruggere in un modo qualunque. L’ugna interna non ha organizzazione determinata; è una materia dura, informe, piena di diverse cavità che la rendono come spugnosa o vacuolare, e che rinchiudono una sostanza molle, alle volte disseccata; in quest’ultimo caso, lo zoccolo percosso dal mazzolo rende un suono particolare. Questa produzione morbosa, la quale nel principio non è che un fluido esalato nelle areole del tessuto reticolare, prende un certo accrescimento e passa successivamente dallo stato molle a quello corneo. Respingendo l’osso del piede in basso ed indietro, determina alle volte la disunione in punta della suola colla muraglia, e la malattia si complica del crescente.

I formicaj leggeri e poco estesi guariscono da soli e si dissipano colla discesa dell’ugna; bisogna però favorirne la caduta con ferrature rinnovate di so vente ed eseguite in modo da distribuire l’appoggio in quarti, come pure applicare attorno al piede sostanze grasse suscettibili d’ammollire l’ugna ed attivarne la cresciuta.

Esistendo la malattia con necrosi, richiede l’esportazione di tutte le parti mortificate, affine di favo rire la formazione di un ugna di buona qualità e dare all’osso. del piede la facilità di riprendere la sua posizione naturale. Prima di effettuare l’operazione, si apparecchia un ferro, con un incavo in punta (Tav. III, fig. 26), proporzionato all’estensione di muraglia che proponesi estirpare, si procede