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al sicuro del contatto dei corpi esterni: si riempie la cavità con stoppe, le prime delle quali spalmate di sugna o di tutt’altra sostanza grassa, e si fermano mediante giri di benda passati sotto i gambi del ferro.

Alcuni veterinarii non approfondano la solcatura sino al fondo della fessura: dopo aver levata parte dell’ugna sino ad una certa profondità, applicano una punta di fuoco sull’ugnatura, distruggono così tutta la soluzione di continuità, ed eccitano nello stesso tempo una buona riproduzione cornea. In questo caso, lo zoccolo conserva tutta la sua solidità, e non fa mestieri di alcuna medicazione, basta fare delle un zioni per sollecitare, come già si disse, l’accrescimento del nuovo corno1, e si può far lavorare il cavallo immediatamente, senza timore d’ulteriori accidenti.

Siccome abbiamo fatto rimarcare, l’operazione ad imboccatura di flauto non è vantaggiosa per le setole di punta che quando queste fenditure sono incomplete e quasi superficiali; ma conviene perfettamente per

  1. Gli antichi ippiatri cauterizzavano, o piuttosto, secondo la loro propria espressione, sbarravano la setola coll’applicazione di due o tre S di fuoco messe a traverso, ad un pollice di distanza l’una dall’altra. Questo metodo operatorio, suscettibile di produrre l’infiammazione del tessuto reticolare, come pure la deteriorazione dello zoccolo, non poteva riescire efficace, che quando la cauterizzazione superiore si trovasse vicina al cercine e distrugesse la fenditura nel punto di sua origine. Dopo Lafosse, si rinunciò a questa pratica pericolosa, la quale al giorno d’oggi non viene impiegata che da alcuni maniscalchi ignoranti.