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na la materia, come pure le piccole cavità dalle quali geme; dopo ciò, si può umettare la parte coll’acqua nella quale vi entri molto aceto o carica d’acetato di piombo liquido, e queste lozioni verranno replicate una o due volte al giorno, finchè il trapelamento sia compiutamente soppresso. Questo semplice trattamento basta ordinariamente e produce una pronta guarigione.Se l’affezione ha già fatti progressi e che abbiasi a temere la degenerazione in forchetta imputridita, è necessario raddoppiare d’attenzione e favorire l’efficacità dei mezzi sovraindicati con una appropriata ferratura. Si farà uso di un ferro a lunetta (fig. 10), o semplicemente a gambi raccorciati, e si abbatteranno i talloni, affinchè non partecipino che leggermente all’appoggio.

§ 12.° forchetta imputridita (fourchette pourrie).

La forchetta imputridita, è un esito della forchetta riscaldata, dalla quale non differisce se non in quanto che l’alterazione è portata ad un grado molto più elevato. Siccome lo indica il titolo, questa malattia è caratterizzata da una specie di putredine che si stabilisce alla forchetta; l’ugna di questa parte dello zoccolo diviene molle, filamentosa, poco coerente, si distrugge insensibilmente sino al vivo, lascia gemere un umore nero puriforme, molto fetido, avvicinantesi per l’odore a quello del cacio imputridito. Ad una data epoca si stabilisce nella parte ammalata un prurito considerevole, il quale determina il cavallo a