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si giunge sino al marciume, che bisogna scuoprire, e si medica con stoppe inzuppate d’acquavite o d’essenza di trementina, se vi ha principio o formazione d’ulcera. Tutte le volte che l’osso del piede si trova cariato, la dissuolatura parziale o generale diviene indispensabile, e la piaga deve essere governata come nel caso di chiodo da strada, seguito da necrosi del sessamoideo minore o dell’osso del piede.

§ 3° ritirata, punta di chiodo rimasta nell’ugna (retraite).

Non differisce dalle due precedenti lesioni, se non per dipendere essa da un chiodo sfaldato, il quale penetrando nell’ugna, si divide in due lamine, una delle quali offende il vivo e resta impiantata nel piede; mentre l’altra lamina sortendo, permette di serrare il chiodo ed imbrocciarlo compiutamente. La ritirata può anche avere luogo allorchè il chiodo imbrocciato incontri una punta vecchia, che lo svia e spinge sino nell’interno del piede.

La ritirata segue il medesimo decorso dell’inchiodatura, richiede le stesse attenzioni e può originare gli stessi accidenti. Allorchè si è sicuri del luogo in cui esiste la ritirata, bisogna far breccia alla riunione della parete colla suola, servendosi dappima della curasnetta, poscia della lama (rogne-pied), finchè siasi giunto al corpo straniero, che bisogna levare; si dà in seguito scolo al pus che può essersi formato, e si medica con stoppe cariche delle stesse sostanze come nei due casi precedenti.