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bue o d’una vacca, è senza contraddizione, un travaglio come quello descritto da Bourgelat, o come quelli che si riscontrano vicini alle officine di certi maniscalchi di campagna1.

Siccome i veterinari non trovansi che di rado a portata di queste macchine, vedonsi quasi sempre obbligati, per contenere questi animali, abbatterli o fissarli in piedi. Nel primo caso si fa uso delle pastoje ordinarie colla lunghina, e, mancando le pastoje, giungesi allo stesso scopo col soccorso di quattro corde passate nei pastorali e convenientemente fissate. Importa che il letto sul quale deve essere coricato l’animale sia alto ed ampio, uguale dappertutto e non contenga corpi esuberanti, siccome pietre, pezzi di legno. Non bisogna perdere di vista, nel effettuare questa manovra, che le bestie bovine sono non solo esposte agli stessi accidenti del cavallo, ma possono eziandio scornarsi (s’écorner)2, ciò succede di frequente allorchè si trascurano

  1. Queste sorta di costruzioni, o per meglio dire di macchine sono oggigiorno meno numerose che altre volte, perchè i veterinari essendosi moltiplicati, vanno curare bestiami a casa dei proprietari, ed una macchina fissata ad un punto fisso e non trasportabile rendesi compiutamente inutile. Nulladimeno i maniscalchi per praticare la ferratura dei buoi e delle vacche, non possono dispensarsi dall’avere un travaglio pei loro servizi particolari e giornalieri. Così, queste macchine sono più comuni nelle contrade in cui le bestie bovine abbondano, vengono impiegate a giornalieri lavori e portano ferri agli unghielli.
  2. Scornare, termine usato nelle campagne per indicare la caduta accidentale d’una delle corna. Questa caduta non comprende comunemente che la sostanza cornea, la quale si stacca, si disunisce dal sostegno osseo. Molti pratici assicurano essere