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mai la grossezza d’un uovo da pernice. Queste vegetazioni le quali persistono tutta la vita, se non giungesi a distruggerle con un trattamento razionalmente combinato, sono molto più perniciose poichè deteriorano insensibilmente il piede e lo rendono molto disposto alle impressioni delle forti battute o troppo a lungo continuate sul suolo. Se l’animale attaccato fico agli unghielli posteriori è forzato accelerare il cammino,principalmente su terreno duro e sassoso, le escrescenze digitate s’infiammano e divengono sanguinolenti. Continuando il cammino, il lavoro, gli unghielli si gonfiano, aumenta e propagasi il dolore; insomma, manifestasi la riprensione la quale termina questa serie di fenomeni. Gli inconvenienti sono molto più grandi, se l’affezione esiste nello stesso mentre alle quattro estremità; allora si è che l’ammalato cammina sulle spine, che la locomozione diviene una funzione penosa, e che i fenomeni sopra menzionati si succedono con rapidità.

In riassunto, i fichi hanno per esito primitivo l’inabilità dei piedi intaccati a sostenere viaggi: possono anche produrre altri sconcerti gravi, ma questi non sono che secondari, consecutivi; da ciò consegue essere la malattia molto meno pericolosa negli animali i quali, come le vacche da latte delle grandi città, sono nudrite ed abbeverate in stalle, e non prendono alcun esercizio. Sarebbe cosa interessante constatare; 1° se queste giovenche attaccate da fico, solamente ai piedi posteriori, od ai quattro in un tratto, sieno suscettibili divenire riprese a capo d’un