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coli più piccioli (fig. 2 e 5, b, b, b, b) sono disposti in semi-cerchio, posteriormente alle ugne, e tengono alle quattro grandi dita; il quinto (fig. 2 e 5 a), molto più grosso e di forma eguale al trifoglio, è posto nel mezzo della superficie plantare, ed occupa lo spazio semi-circolare formato dai quattro primi tubercoli. La piegatura del ginocchio, corrisponde al pugno dell’uomo, offre una callosità (fig. 3, c; fig. 6, b) assomigliante ai tubercoli plantari, ed il di cui uso non è peranco conosciuto.

La zampa del cane è alle volte guernita d’uno sprone, il quale non differisce dal piccolo dito se non perchè presenta una sola falange ed è più staccato. Le ugne di questo carnivoro, ottuse (fig. 4, d, d, d, d) e scavate a canale (fig. 2, c, c, c, c), non servono che a grattare la terra o sè stesso.

La zampa del gatto è costantemente divisa in cinque dita nei membri anteriori, ed in quattro nei posteriori; è in generale più fornita di peli e più molle di quella del cane; le sue ugne uncinate, acute e molto retrattili, costituiscono le griffe, che il gatto ritira a volontà, e tiene nascoste nel loro astuccio (fig. 5); l’animale non le spiega (fig. 6, c, c, c, c) e non le fa sortire se non quando vuole afferrare una preda, difendersi od attaccare, ed impedirsi di sdrucciolare. È anche col soccorso delle griffe che il gatto s’arrampica, si aggrappa e graffia.

Ciascun dito degli animali fisipedi è composto di una serie di parti separate da giunture e disposte nel restante come i membri del cavallo. Compren-