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molto facilmente e non esigono altro che mantenere in contatto i due capi dell’osso fratturato, col mezzo di piccole stecche colle quali si circonda il tronco della zampa. La maggior parte delle ferite ed altre lesioni delle dita si dissipano da loro stesse e senza far dimagrare l’animale. Allorchè queste alterazioni sono gravi, siccome nel caso di frattura d’una falange, il miglior mezzo di guarigione consiste nel recidere il dito affetto, posteriormente al male. Alle volte sono attaccati dalla podagra e soffrono grandi dolori; in questo caso le zampe si gonfiano, divengono nodose, prendono il colore del gesso, e l’uccello non può appoggiarvi sopra. Questa malattia, che s’annuncia anche col rabbuffamento delle piume, è quasi sempre cagionata dal freddo. Secondo alcuni autori, si previene questa malattia tenendo gli animali al caldo, e vi si rimedia lavando loro i piedi con una decozione d’elleboro bianco; mancando l’elleboro, servesi d’una dissoluzione di copparosa verde.

Al pari dei cani e dei gatti, questi uccelli possono abbruciarsi le dita e risentirne vivi dolori, i quali li fanno dimagrare. Allorchè questo genere d’accidenteè grave, bisogna sollecitare recidere tutta la parte ammalata; si cauterizza in seguito la piaga, affine arrestare l’emorragia e preservare la parte da qualsivoglia spiacevole irritazione.

FINE.