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nascondendo anche la forchetta colla quale contrae aderenze. Osservansi pure i rami di quest’ultima parte schiudersi sulla suola e ricuoprirla.

Dopo la nascita, varia lo stato delle cose; la sostanza cornea acquista prontamente della durezza, lo zoccolo si apre e dilatasi alla sua parte inferiore. Incominciando a servirsi de’piedi propri, il puledro trovasi come portato su corpi acuminati e sembra camminare sulle spine; a capo di qualche tempo, si stacca dalla superficie inferiore della muraglia un anello corneo, rappresentante una porzione del piccolo zoccolo, sopranumerario e fragile; la caduta di questa lamina, vera produzione dell’epidermide, lascia allo scoperto la suola e la forchetta, aventi di già acquistato un certo sviluppo. A motivo del camminare e di altre circostanze, lo zoccolo si allarga sensibilmente, finisce per acquistare la forma e l’elasticità che gli sono proprie e che la ferratura disordina, altera più o meno.

Il tessuto reticolare precedentemente descritto, è bensì il punto centrale di vitalità e di nutrizione dell’ugna, ma non è il solo organo suscettibile di produrre questa solida escrezione. L’esperienza prova che la cute concorre alla medesima funzione, e che fornisce l’ugna fibrosa della parete dello zoccolo. Allorchè si esporta una porzione alquanto estesa di muraglia, la superficie papillare, snudata, non tarda a guarnirsi di diversi punti bianchi, i quali sone altrettanti rudimenti d’ugna. Queste piccole granulazioni, dapprima molli, bianche ed isolate, si avvici-