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a far conoscere l’errore di Goodwin e combatterlo colle proprie sue armi. Dichiara ed afferma che la forchetta non deve punto servire d’appoggio al cavallo; poi consiglia il ferro a tavola, e lo raccomanda come conveniente non solo nel caso di malattie, ma ancora per tutti gli altri ordinari. Attribuirebbe forse l’autore al ferro a tavola altri usi, fuorchè quello di stabilire un punto d’appoggio sulla forchetta?

Ci limitiamo a queste considerazioni sullo stato della ferratura tanto in Francia quanto in Inghilterra, e passiamo agli inconvenienti inevitabili che nascono dall’applicazione dei ferri ai piedi dei cavalli, inconvenienti che abbiamo già notati, ma che importa qui riprodurre, affine meglio far apprezzare il sistema attuale di ferratura in Parigi.

Prima di venir sottoposto all’uso della ferratura, lo zoccolo del cavallo gode d’una elasticità molto rimarchevole, sempre maggiore ai talloni e alla forchetta, e che ha per iscopo di moderare od annullare gli effetti delle percussioni sul suolo, come anche di facilitare i movimenti di progressione. Abbia mo già detto che l’uso continuato dei ferri indebolisce prontamente questa elasticità, la distrugge più o meno compiutamente, comunica al piede una rigidezza speciale che lo rende soggetto ai ristringimenti ed a numerose alterazioni. Non ostante questi inconvenienti, la ferratura è un metodo del quale abbiamo fatti conoscere i vantaggi e del quale abbiamo provata tutta la necessità. Ammesso questo