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i suoi stampi, egualmente distanti l’uno dall’altro, trovansi alquanto allontanati dai bottoni; il suo spessore è dovunque lo stesso, ed i suoi gambi, meno coperti che in punta, diminuiscono insensibilmente di larghezza sino alle calcagna, le quali presentano una superficie sufficientemente estesa per dare al ferro un contorno bastante, senza che cessi d’appoggiare a piatto sui talloni; vantaggi che non offre il ferro conformato secondo il metodo di Bourgelat. È senza dubbio inutile far rimarcare che questi principi si applicano principalmente pei ferri anteriori. In quanto ai posteriori, sono più grossi in punta che nei talloni: gli stampi distribuiti egualmente in ogni gambo lasciano nel mezzo del ferro uno spazio che permette stabilirvi un prolungamento, che si ribatte sull’ugna e che distinguesi col nome di cresta; finalmente rilevansi di sovente all’estremità de’ gambi alcune specie d’uncini, che nominansi ramponi. Quest’ultima pratica, tanto contraria ai principi che abbiamo esposti, deve sembrare biasimevole; ma se si rammentano le funzioni dei membri posteriori, se si riflette che sono destinati a spingere la massa del corpo in avanti, e che nel momento della percussione, il principale punto d’appoggio si effettua sulla punta, si sarà tosto convinti essere i bottoni meno nocivi di quello, che lo si sospetta a prima vista. Questa pratica viziosa può d’altronde venire giustificata dalla neccessità di consolidare la marcia degli animali che camminano con velocità, o che tirano carichi pesanti su strade ferrate o selciate.