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78 Giro del Mondo

che con difficultà può soffrirsi da’ Franchi; e’l viaggio si è periglioso a cagion de’ ladri, che ogni notte vengono a nuoto, per mettere a sacco le barche.

Passando avanti videro Abritisch, o Città di Venere, dove sono molti antichi edificj rovinati. Il Vescovo di questo luogo si sottoscrisse al Concilio Calcedonense.

Giunsero alli 11. in Giabel-essa-hare, cioè monte di nigromanti, detta anticamente Isis, dalla Dea di tal nome, alla quale solevano ogn’anno i Popoli della Tebaide media offrir verdi fronde di più sorti, facendo varj giuochi all’uso Egizio. Vedesi di presente la statua di quella Dea di smisurata grandezza, mezza sepolta dal terreno, su l’entrar d’una grotta. Credono gli Egizj, che sotto vi sia un gran tesoro, che i nigromanti han tentato di scavar più volte, ma in darno.

Nella sommità di questo monte è una grotta, nella quale dicono, si mantenga una vipera viva, lunga un braccio, che a’ Turchi (che vanno a visitare quel luogo, stimato da loro santissimo) s’aggira intorno al collo senza nocumento: e narrano persone per altro veridi-


che,