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d’un miglio, con palificata; e poi dall’apertura, ch’è nel mezzo con casa di legno, entrano a prendere il pesce: ciò che rende abitato il seno da tre altri piccioli villaggi. Dopo altre otto miglia passammo per un’altro ponte, sopra un braccio di Mare ugualmente comodo per la pescagione, il quale entrando per molto spazio dentro terra, apporta grandissima copia di pesce, e rende il paese all’intorno abitato da molte borgate.

Domenica 10. per colli, e pianure, fatte dieci altre miglia, giunsi alla per fine nella celebre Città di Costantinopoli. Quindi dopo aver dato soddisfazione al Catergì, o Vetturino, passai in Galata per ritrovare albergo; ma essendo tutta occupata l’osteria, che vi facea un Francese, mi fu di mestieri accomodarmi per quella notte, al meglio che si potè, su certe tavole in casa d’un Greco. Non trovai in questo picciolo viaggio le cortesie, che riferisce il Tavernier[Lib. 1. p. 1 chap. 10. pagin. 118.] nella descrizione de’ Karvanseras di Persia, e di Turchia: egli ha il bel tempo in scrivere, che da Belgrado sino a Costantinopoli un passaggiere col cavallo viene spesato dall’assistente a’ Carvanseras, per legato pio del morto Fondatore; e che la matti-


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