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340 Giro del Mondo

essendo discreto, rispose: che gli bastava ch’egli vedesse il passaporto. E replicando il cattivo V. Consolo, che non avea veduto alcun passaporto, e che io avea detto per iscusa di tenerlo sulla nave; per non far insospettire con tante dispute l’Agà, mi licenziai, dicendo: che andava a prenderlo, per farlo vedere: ma poi non volli mai più tornarvi, considederata la diffidenza del Francese.

La Domenica 7. avemmo dopo mezzo dì la solita visita del Doganiere, e Giannizzero; i quali registrato tutto ciò ch’era in nave, mi dimandarono dove andava, e se teneva passaporto. Risposi, che andava a Smirne, e che il passaporto l’avea veduto il Consolo.

Il Lunedì 8. non fu tempo a proposito per partire; ma abbonacciatosi il Mare il Martedì 9. partimmo la mattina, e la sera pernottammo in Tenedos. Quantunque nel Mercordì 10. continuasse l’istesso buon vento di Tramontana, non volle partire il Rais; onde sopravvenendo poi il cattivo, bisognò, che a dispetto nostro, ci trattenessimo, mentre durava.

Giovedì 10. scendemmo a terra tutti, ed io presi albergo in casa d’un Greco; dove erano anche due Francesi, e due


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