Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. I.djvu/477

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Del Gemelli. 443

schioppo nello stesso cadere che feci, per voler fare parte della strada a piedi, e star pronto ad ogni sinistro accidente.

Sul far del giorno il Sabato 22. trovammo i nostri bravi tali, quali io gli avea preveduti; imperocchè due di loro aveano lo schioppo a miccio senza coperta, e senza corda nelle mani; un’altro non avea palle, nè polvere; e’l quarto avea solamente una lunga asta, alla quale non bisognava altro per ferire, che un valente braccio. Costoro più ladri de’ maggiori ladri del Mondo, veduto che era giorno, prima di trarne fuori del bosco, dimandarono d’esser pagati. Negando il P. Dalmazio di ciò fare, perche non eravamo ancora fuor di periglio, un di essi si pose in atto di passargli il petto colla lancia; onde io lo consigliai a pagare, per non riceverne danno nella persona. Ricevuto ch’ebbero il danajo, ne rimasero soli, con due miglia di bosco a fare, ponendo in non cale il lor dovere. Appena avevamo fatti pochi passi per uscire dal bosco, che ci si fecero innanzi dodici persone, parte a piedi, parte a cavallo; alla cui vista avvicinatoli il mio Catergì, mi disse: Crusì o ladri, e mi chiese una pistola; ma io non volli dar-


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