Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/185

Da Wikisource.

Del Gemelli. 139

atterrita dal fuoco, non potesse fuggire. Stando in questa postura masticando Betle, richiese a’ circostanti, se volevano alcuna cosa da lei nell’altro Mondo; e ricevuti da quei semplici varj doni, e lettere, acciò le portasse a’ loro parenti morti, le avvolse in un panno. Ciò fatto uscì dalla capanna il Bramine, che l’avea confortata, e fecevi porre il fuoco; e gli amici versaronvi sopra vasi d’olio, affinchè rimanesse più tosto incenerita, e languisse meno. Mi disse Francesco Miranda, che i Bramini, spento il fuoco, sarebbono andati a prendersi tutto l’oro, argento, e rame liquefatto. Seguì quello barbaro strazio un miglio lontano da Pondà.

Ritornato alla tenda, si mosse un vano all’arme nel nostro picciolo campo, per aver un Moro tagliato il naso ad un’altro. Fuggirono alcuni Gentili su i monti; e’l Miranda altresì, lasciando tutta la sua roba in abbandono: anzi volendolo io persuadere, che si fermasse, mi rispose, che bisognava fare quello, che facevano gli altri. Io preso lo schioppo, palle, e polvere, mi restai appiè d’un albero, per difendermi. Si rideva in tanto ii cuoco del Miranda della codardia del Padrone, dicendo: O che buon soldato


tiene