Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/259

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Del Gemelli. 213


Per fare idea delle ricchezze di questo Imperio, consideri il lettore, che tutto l’oro, e l’argento, che gira per lo Mondo, alla fine quivi rimane. Quello che esce dall’America, ben si sa, che, dopo aver camminato per molti Reami d’Europa, parte ne va in Turchia, per varie sorti di mercatanzie; e parte in Persia per la strada di Smirne, a cagion delle sete. Or non potendosi i Turchi astenere del Caffè (che viene da Hyeman, o dall’Arabia felice) nè la Persia, l’Arabia, e’ Turchi medesimi far di meno delle merci d’India; mandano infinito danajo a Moka sopra il Mar rosso, vicino a Babel-Mandel; a Bassora nell’estremità del Seno Persiano; e a Bander-Abbassì, o Gomeron: che poscia sopra vascelli si trasporta nell’Indostan. Le navi poi così Indiane, come Ollandesi, Inglesi, e Portughesi, che vanno ogn’anno portando le mercatanzie dell’Indostan a Pegù, Tanasseri, Siam, Seilan, Acem, Macassar, Maldive, Mozambiche, ed altri luoghi; forz’è, che medesimamente molto oro, ed argento da que’ paesi vi conducano. Tutto quello, che gli Ollandesi traggono dalle miniere del Giappone, o presto, o tardi, ne viene parte nell’Indo-


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