Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/325

Da Wikisource.

Del Gemelli. 279

burpà, per forza se lo prese un’indisereto Soldato Portughese; nè trovandosi Andore, ringraziato il Capitano del Forte, e sua moglie, delle cortesie meco usate; gli pregai a darmi un soldato, che m’accompagnasse nel Palmar suddetto. Spiacque loro molto l’impertinenza del Portughese (di che lo fecero gastigare dal suo Capitano) e vedendo, che io non voleva più restarmi con esso loro, mi diedero, per iscorta, un soldato del Castello; col quale giunsi in Pumburpà il Lunedì 4. al cader del Sole. Quivi fui ricevuto, con molto affetto, dal Fattore; che mi diede una buona cena, e poscia un’agiato letto, per riposarmi.

Il Martedì 5. postomi in Ballone, o Gondola, passai il Canale; e ritornai in Goa, nel Convento de’ Padri suddetti, in malissimo stato. Vedendomi così infermo il Padre Prefetto, mi disse, che ciò m’era accaduto, per non aver voluto sentire i suoi consigli: gli risposi: Heu patior telis vulnera facta meis. Proccurò intanto così egli, come il P. Ippolito, farmi ristorare con buone galline, di cui il miglior condimento fu la lor cortesia: e così ritenni lo spirito, che già stava per rendere. La medesima debolezza obbligommi il


S 4 Mer-