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Pagina:Giulia Turco Turcati Lazzari - Il piccolo focolare, 1921.djvu/167

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diluite il composto con un quartuccio di latte bollito e dimenatelo a fuooo dolce finché compare la prima bolla. Bollire non deve mai. Se v’aggrada aggiungete alla crema la chiara sbattuta a neve. Dategli anche l’odore del limone o della vaniglina. Volendo allestire una crema di cioccolata ne scioglierete prima mezzo panino nel latte che lascierete freddare.


A ferite atroci cure disperate.


92. Caramelle per la tosse. (Zucchero d’orzo). — Se avete dell’orzo non macinato, fatene bollire un pugno nell’acqua e prendete un bicchiere di quest’acqua, nel caso contrario servitevi d’acqua pura.

Mettete in una padella 300 gr. di zucchero tagliato a pezzi, versatevi sopra il bicchiere d’acqua e fatelo cuocere a lento fuoco pulendo, da principio, gli orli del recipiente con una penna bagnata. Guardatevi però dal rimestare lo sciroppo che si guasterebbe. Quand’esso ha preso cuocendo un bel color d’oro, cioè che il liquido n’è tutto svaporato, lasciatene cadere una goccia in un bicchiere pieno d’acqua. Se questa goccia diventa subito secca e scricchiolante, lo zucchero è cotto, se si mantiene molle conviene lasciarlo un altro pochino sul fuoco senza però ravvivarlo, ma badando anzi che rallenti.

Intanto avrete lasciato cadere una goccia d’olio sopra un pezzo di marmo liscio qualunque asciugandone poi bene la superficie con un pannolino. Su questo marmo verserete lo sciroppo bollente che si stenderà per subito indurire. Prima che ciò avvenga, tracciatevi sopra con un coltello caldo una rete di linee, cioè una specie di gratella. I segni rimarranno impressi nello zucchero che spezzerete poi, freddato che sia, in tante caramelle.