Pagina:Goethe - Principii di filosofia zoologica e anatomia comparata.djvu/23

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Filosofia zoologica 19

qualche cosa al di là di ciò che è accessibile ai suoi sensi grossolani. Ma la sua mente era andata ben oltre, quando disse, vol. IV, p. 379: «Esiste un tipo primitivo e universale, di cui si possono seguire molto lungi le diverse trasformazioni»; parlando così, egli enunciava la massima fondamentale della storia naturale comparata.

Il lettore mi vorrà perdonare se io faccio passare davanti ai suoi occhi l’immagine di questo grand’uomo con una speditezza tanto irriverente; ma bastava a noi di far vedere che egli non ha disconosciuto le leggi generali, per quanto fosse assorto nei particolari. Percorrendo le sue opere acquisteremo la certezza che egli aveva la coscienza dei grandi problemi di cui si occupa la storia naturale, e che fece degli sforzi, sovente senza dubbio infruttuosi, per risolverli. Non sarà scemata perciò la nostra ammirazione, perchè vedremo quanto quelli che sono venuti dopo di lui si siano affrettati a trionfare prima di aver vinto. Coll’applaudire agli slanci della sua immaginazione che lo trasportava in quelle alte regioni, il mondo gli fece dimenticare che quella facoltà brillante non è l’elemento che costituisce la scienza, che Buffon trasportava inconsapevolmente nel campo della rettorica e della dialettica.

Per dileguare ogni oscurità intorno a un argomento tanto importante, ripeterò che Buffon, dopo di esser stato nominato direttore del Jardin du Roi, pose ogni cura per fare, che le collezioni affidate alle sue cure costituissero la base di una storia naturale compiuta. Egli comprendeva tutti gli esseri nel suo vasto disegno, ma li studiava vivi e nei loro rapporti primieramente coll’uomo e poi fra loro. Egli ebbe bisogno di un aiuto per accudire i particolari, e scelse il Daubenton suo compatriotta. Questi prese a trattare l’argomento da un