Pagina:Goethe - Principii di filosofia zoologica e anatomia comparata.djvu/84

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D. differenze nel numero.

Il numero delle parti che terminano le estremità essendo variabili, ne segue che deve essere variabile in pari modo il numero degli ossi che le compongono. Così, il numero degli ossi del carpo e del tarso, del metacarpo e del metatarso, come quello delle falangi, non è sempre lo stesso; quando gli uni diminuiscono di numero, gli altri sono soggetti alla stessa legge.

Nello stesso modo si vede che il numero delle vertebre del dorso, dei lombi, del bacino e della coda, il numero delle coste, dei pezzi dello sterno, dei denti, ora aumenta, ora diminuisce; pare anzi che questo ultimo fatto abbia una grande azione sulla struttura delle altre parti del corpo.

Ma queste variazioni di numero ci daranno poco imbarazzo, perchè sono agevolissime da riconoscere e non ci devono quasi sorprendere.

E. differenze di grandezza.

Siccome la statura degli animali è molto diversa, così le loro parti ossee devono presentare le medesime differenze. Queste si possono riconoscere per mezzo di misure esatte, e parecchi anatomici, fra gli altri il Daubenton, hanno fatto molte di tali misure. Se la forma non variasse nel tempo medesimo in cui variano le proporzioni, sarebbe facile fare un parallelo, per esempio, fra il femore di un animale piccolo e quello di un mammifero grosso.

In proposito di ciò io metterò in campo un quesito, la soluzione definitiva del quale è interessante per la storia naturale in generale. Io domanderò se la gran-