Pagina:Goethe - Principii di filosofia zoologica e anatomia comparata.djvu/85

Da Wikisource.

Filosofia zoologica 81

dezza abbia un’influenza sulla forma e fino a qual punto si estenda il potere di questa influenza? Noi sappiamo che gli animali molto grossi in generale sono sgarbati, sia che la massa domini la forma, sia che le proporzioni delle membra comparate fra loro non siano felici.

A primo aspetto sembra che un leone alto venti piedi potrebbe esistere tanto bene quanto un elefante della medesima statura e che questo animale, se fosse bene proporzionato, sarebbe tanto agile quanto i leoni ordinari. Ma l’osservazione dimostra che i mammiferi perfettamente sviluppati, non oltrepassano un certo volume; a mano a mano che la massa va aumentando, la forma s’impoverisce e la deformità incomincia. Si credette perfino vera la osservazione che, fra gli uomini, quelli che son troppo alti siano meno intelligenti di quelli di piccola statura. Si è detto pure che una figura ingrossata da uno specchio concavo non abbia più fisonomia. Veramente, pare che la massa sola sia accresciuta ma non sia accresciuta nel medesimo tempo la potenza della mente che la vivifica.

F. differenze di forma.

Ora ci si affaccia la più grande di tutte le difficoltà, la quale risulta da ciò che gli animali dissomiglianti, hanno pure delle ossa di cui la forma differisce. Per ciò l’osservatore si trova sovente nell’imbarazzo, sia che esamini uno scheletro nel suo complesso, oppure esamini delle parti ossee isolate. Se queste non hanno le loro connessioni consuete, egli non sa come denominarle, e se le ha determinate, non sa come descriverle, come compararle, perchè gli manca un terzo termine di comparazione. In vero, chi ravviserebbe come parti analoghe il braccio della talpa e quello della lepre? La forma di