Pagina:Goethe - Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87.djvu/389

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sulfuree, delle quali si suole fare grande uso dalla popolazione, specialmente nella primavera. Altri cercano fare un piccolo guadagno portando in vendita frutta, miele filato, cialdoni, confetti, che offrono di preferenza ai ragazzi, per poterne ottenere da questi la loro parte. Ed è propriamente grazioso il vedere taluno di cui tutto il negozio egli attrezzi di bottega consistono in una tavola, ed in un coltello con un popone od una zucca arrostita per metà, il quale, dopo avere radunata attorno a sè una schiera di altri ragazzi, depone in terra la sua tavola e distribuisce il suo popone, la sua zucca, tagliata a fette sottili. Stanno attenti a vedere se loro si dà la piccola moneta di rame che loro è dovuta per ogni fetta, e trattano il loro piccolo negozio con tutta serietà, per evitare di essere alle volte ingannati dall’avida schiera dei piccoli acquisitori che li attorniano. Sono persuaso che in un soggiorno più lungo, potrei trovare altri esempi di occupazioni analoghe dei ragazzi.

Molti altri individui poi, in parte adulti, in parte tuttura giovanetti, ed i più, stracciati in modo compassionevole, sono occupati a caricare le immondizie sopra asinelli, ed a trasportarle fuori della città. Tutti i terreni a contatto immediato di Napoli sono coltivati ad orto, e reca soddisfazione il vedere la quantità enorme di legumi di ogni specie che s’introducono da quelli in città in tutti i giorni di mercato, come parimenti l’industria degli uomini, la quale riporta negli orti quanto sopravanza, quanto le cuoche cacciano via perchè inutile, allo scopo di affrettare per tal guisa il circolo della vegetazione. La consumazione dei legumi che si fa dai Napoletani, essendo difatti enorme, i fusti, le foglie dei cavolifiori, dei broccoli, dei carcioffi, dei cavoli, dell’aglio, entrano per grande parte nella formazione del concime di Napoli, ed è questo quello a cui si dà la preferenza. Ogni asinello porta sulla schiena due ceste di vimini flessibili, e non si riempiono queste soltanto di concime; se ne forma ancora un cumulo sul dorso della bestia, fra le ceste. Un orto non