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Il 13 Settembre a sera.

Stamane per tempissimo, circa le tre, partii di Torbole con due rematori. Da principio il vento era favorevole, e potemmo spiegare la vela.

Il mattino era stupendo, il cielo per dir vero alquanto coperto, ma l’atmosfera tranquilla. Passammo davanti a Limona, dove i giardini disposti in vari piani, e piantati di agrumi, porgono bella e ricca vista. Tutti i giardini sono formati da ordini di pilastri bianchi, quadrangolari, i quali ad una certa distanza gli uni dagli altri si appoggiano al monte, e contemporaneamente lo sostengono, a foggia di altrettanti gradini. Sopra questi pilastri sono appoggiati legni, destinati a sostenere nell’inverno i tetti mobili coi quali si proteggono le piante dal freddo; e dalla neve. La lentezza colla quale la barca camminava mi permetteva di godere a mio bel agio di quella vista piacevole, ed eravamo giunti già di fronte a Malsesine, allorquando il vento si cangiò tutto ad un tratto, soffiando secondo il suo solito di ogni giorno, in direzione di tramontana. Coi soli remi si faticava troppo, e si faceva poca strada; ci fu forza sbarcare a Malsesine, primo villaggio veneziano, sulla sponda orientale del lago. Allorquando si viaggia per acqua, non si può dire oggi sarò qui, o colà. Voglio trarre profitto per quanto io possa di questo soggiorno forzato, per disegnare il castello il quale sporge sul lago, e che fa bellissima vista. Stamane nel passarvi davanti ne ho preso di già uno schizzo.


Il 14 Settembre.

Il vento contrario che mi spinse ieri nel porto di Malsesine mi procurò una spiacevole avventura, che sostenni di buon animo, e che, in ultima analisi, mi lasciò ricordo per nulla ingrato. A norma di quanto avevo divisato, mi portai stamane di buonissima ora nel vecchio castello, il quale non ha nè porte, nè guardie, ne custodi, e dove è