Pagina:Goethe - Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87.djvu/67

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frire, ed essere sottoposto a privazioni. Si può imparare questa verità a minor prezzo.


Il 22 Settembre.

Questa sera sono stato ad una radunanza dell’accademia Olimpica. È questo un trattenimento, ma di buon gusto, e che mantiene tuttora alquanto di brio, e di vita nella città. Trovavansi radunati in una grande sala, vicina al teatro del Palladio, convenientemente illuminata, il capitano grande, molti nobili, parecchi membri del clero, ed un pubblico di persone colte, in complesso cinquecento persone all’incirca.

La quistone posta in discussione dal presidente per la seduta di questa sera era la seguente: quale avesse giovato maggiormente alle arti belle, e l’imaginazione, ovvero l’imitazione? Il tema era abbastanza felice, imperocchè, volendosi addentrare in quella quistione, e svolgerla sotto tutti i suoi aspetti, vi sarebbe materia a discorrere per degli anni; ed i signori accademici la trattarono a dovere, leggendo molte prose, e molti versi, fra cui vi erano parecchi scritti pregevoli.

Il pubblico prendeva viva parte alle letture, applaudiva, batteva le mani, sorrideva. Quanto non è del resto piacevole il potere comparire per tal guisa davanti ai propri concittadini. Ognuno dà per iscritto quanto sa di meglio; ognuno si adagia nel suo cantuccio, ed ivi rode quello che può.

Il nome del Palladio siccome era naturale, veniva ricordato ad ogni momento, sia che si trattasse d’imaginazione ovvero d’imitazione. Per ultimo dovendosi porre fine, siccome d’ordinario, alla seduta con un lavoro di genere giocoso, uno fra gli accademici ebbe l’idea felice di dire che gli altri avendo preso per sè il Palladio, egli voleva per contro lodare il Franceschini, il grande fabbricante di seterie. Cominciò a dimostrare come quel valent’uomo avesse preso ad imitare le stoffe di Lione e di Firenze, procacciando per tal guisa grande utile alla città di Vi-