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A SUA ECCELLENZA

IL SIGNOR CONTE

FEDERIGO BORROMEO

CONTE D’AVONA

Grande di Spagna di prima classe, Cavaliere dell’insigne

Ordine dell’Aquila Bianca di S. M. il Re di Polonia ecc.1


P
ER un Cavaliere pieno di spirito e di sapere, d’ottimo gusto e di fino discernimento, una Commedia è troppo picciola cosa, e molto meno una Commedia mia. Tuttavolta chi è versato in tutto, siccome lo è l’E. V., sa dilettarsi anche di questo genere di piacevole letteratura, ed egualmente applaudisce a quelli che sanno, ed anima gli altri che desiderano di sapere.

Io sono fra questi ultimi: innamorato della Virtù, a guisa di colui che non potendo aspirare all’acquisto di una bellezza, si contenta di vagheggiarla dalla finestra. Fra quelli che mi hanno incoraggiato a seguitare la mia carriera sulle scene d’Italia, conto a mia gloria l’Eccellenza Vostra, e ciò vuol dire ch’io posso lusingarmi di non essere uomo inutile affatto, poichè Voi siete quanto dotto, altrettanto sincero, e vi sta a cuore il nome italiano e l’onore di questa Nazione2, che ad altra certamente non cede.

La Virtù si venera da per tutto egualmente; e i Letterati d’ogni Paese formano una Repubblica fra di loro, e sono, per ragion di sì bella madre, concittadini e fratelli. La distanza del luogo, la varietà del clima, la diversità del linguaggio non fa che sia diverso il cuore e lo spirito delle persone, e gli uomini dotti sparsi per le città, per le Provincie, per le nazioni varie del

  1. Questa lettera di dedica fu stampata la prima volta nel t. III (1752) dell’ed. Bettinelli di Venezia.
  2. Bett. e Paper. ecc.; di questa nostra nazione.