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LA FAMIGLIA DELL'ANTIQUARIO 321

SCENA XII.

Colombina e detti.

Colombina. Signora padrona, è qui il signor Cavaliere del Bosco. (mesta, quasi piangendo)

Isabella. Andate, andate, che viene il signor Cavaliere, (al Dottore)

Dottore. Perdoni; non ha detto ch’io resti?...

Isabella. Chi v’ha insegnato la creanza? Quando vi dico che andiate, dovete andare.

Dottore. Pazienza. Anderò. Le son servitore. (partendo)

Isabella. Ehi! A pranzo vi aspetto.

Dottore. Ma se ella va in collera così presto...

Isabella. Manco ciarle. Andate, e venite a pranzo.

Dottore. (Sono tanti anni che pratico in questa casa, e non ho ancora imparato a conoscere il suo temperamento). (da sè, parte)

SCENA XIII.

La contessa Isabella e Colombina.

Isabella. E il signor Cavaliere?

Colombina. Signora sì. (mesta come sopra)

Isabella. Da Doralice vi è stato nessuno?

Colombina. Signora no. (come sopra)

Isabella. Che hai che piangi?

Colombina. La signora Doralice mi ha dato uno schiaffo.

Isabella. Come? Che dici? Colei ti ha dato uno schiaffo? Uno schiaffo alla mia cameriera? Perchè? Contami; com’è stato?

Colombina. Perchè mi diceva1 che ella è la padrona, che vussustrissima non conta più niente, che è vecchia. Io mi sono riscaldata per difendere la mia padrona, ed ella mi ha dato uno schiaffo. (piangendo)

Isabella. Ah indegna, petulante, sfacciata. Me la pagherà, me la pagherà. Giuro al cielo, me la pagherà.

  1. Bett., Pap. ecc.: Perchè voleva dire.