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L'AVVENTURIERE ONORATO 219

SCENA XVI.

Donna Livia, donna Aurora, Guglielmo, il Conte di Brano, il Conte Portici.

Guglielmo. Ho capito, signore mie, si principia male.

Aurora. Eh, non abbiate paura, mio marito vi difenderà.

Guglielmo. L’avvocato non lo fo sicuramente. Non vorrei che il signor Marchese...

Livia. Bene, farete il medico.

Conte di Brano. Che? Abbiamo noi necessità di medici? Chi volete si fidi di un ciarlatano?

Guglielmo. Mi onora troppo questo cavaliere. (con ironia)

Livia. Signor Conte, voi parlate male di una persona che io ammetto alla mia conversazione.

Conte di Brano. (Costui l’ha innamorata senz’altro). (da sè) Sì, ecco le persone che si proteggono dalle belle donne. Un incognito, un avventuriere, un impostore. Servitevi come vi aggrada; ma il signor medico dispongasi a mutar aria. (parte)

SCENA XVII.

Donna Livia, donna Aurora, Guglielmo ed il Conte Portici.

Guglielmo. Per quel ch’io sento, andiamo sempre di bene in meglio.

Aurora. Non abbiate paura, mio marito vi difenderà.

Guglielmo. Nè anche il medico non lo fo certo, non voglio, come forestiere, che mi prendano per un ciarlatano.

Livia. Non avete detto, che più vi va a genio la professione del cancelliere?

Guglielmo. È verissimo.

Livia. Io vi procurerò una delle migliori cancellerie, se la mia non sarà lucrosa tanto che basti.

Aurora. Mio marito, mio marito ve la troverà.

Conte. Oh, la sarebbe bella che un forestiere venisse a mangiar