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L'AVVENTURIERE ONORATO 221

Livia. Disponete della mia casa. Ricordatevi che ho della stima di voi; che potete fare la vostra fortuna; e non vi lasciate sedurre.

Aurora. Venite o non venite? (a Guglielmo, in atto di partire)

Guglielmo. Vengo. (Sono imbrogliato davvero), (da sè) All’onore di riverirla. (a donna Livia) (Non so che risolvere... Basta, mi regolerò). (da sè)

Aurora. Serva, donna Livia.

Livia. Servitevi della mia carrozza, se vostro marito non ve ne avesse mandata un’altra.

Aurora. Andiamo, andiamo. (con dispetto a Guglielmo, e parte)

Guglielmo. (Si prende spasso. Questo è il solito; il ricco burla il povero). (parte)

SCENA XIX.

Donna Livia sola.

Il signor Guglielmo è un giovine che merita tutto il bene e tutto l’amore. Sempre più mi piace. Sempre più ho concepito stima di lui. Sì, lo voglio io assistere a dispetto di chi non vuole. Non curo il Marchese, non abbado al conte d’Osimo, rido del conte Portici, e donna Aurora mi fa compassione. Assisterò questo giovine a dispetto di tutto il mondo, poichè da tutto quello che si raccoglie della sua vita sinora, egli è un uomo civile, egli è un Avventuriere onorato. (parte)

Fine dell’Atto Primo.