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320 ATTO SECONDO

Alvaro. Perchè? S’avviliscono troppo, e non sanno sostenere bastantemente il decoro del loro merito.

Rosaura. Ma che? Le vorreste superbe?

Alvaro. Le vorrei più gravi e meno popolari.

Rosaura. Ma il nostro costume è tale.

Alvaro. Piano, non parlo di voi. Voi non sembrate italiana. La scorsa notte mi sorprendeste. Vidi sfavillare dai vostri occhi un raggio di luminosa maestà, che tutto mi empiè di venerazione, di rispetto e di maraviglia. Voi mi sembraste per l’appunto una delle nostre dame, le quali, malgrado la soggezione in cui le teniamo, hanno la facoltà d’abbattere ed atterrare co’ loro sguardi.

Rosaura. Vi ringrazio della favorevole prevenzione che di me avete. Ma avvertite a non ingannarvi.

Alvaro. Uno Spagnuolo non è capace di restare abbagliato. Noi abbiamo la vera cognizione del merito.

Rosaura. Lo credo 1 ma qualche volta la passione fa travedere.

Alvaro. No no, non è possibile che gli Spagnuoli amino per una passione brutale. Prima d’accendersi, vogliono conoscer l’oggetto delle loro fiamme. La bellezza appresso di noi2 non è il più forte motivo de’ nostri amori.

Rosaura. Ma di che dunque vi solete invaghire?

Alvaro. Del contegno e della gravità.

Rosaura. (Genio veramente particolare della nazione). (da sè)

Alvaro. Non vorrei esservi di soverchio incomodo. Che ora abbiamo?

Rosaura. Sarà il mezzogiorno poco lontano.

Alvaro. Vediamo che dice il nostro infallibile. (tira fuori l’orologio) Questa è l’opera più perfetta del Quare Inglese3.

Rosaura. In Ispagna non fanno orologi?

Alvaro. Eh pensate! In Ispagna pochi travagliano.

Rosaura. Ma come vivono le genti basse?

Alvaro. In Ispagna non vi è gente bassa.

  1. Bettin., Paper, ecc.: Lo vedo.
  2. Bettin.: appo noi; Paper, ecc.: appresso noi.
  3. Bettin., Paper, ecc. hanno solo: del Quare. - Il Quare, inglese, sulla fine del Seicento, si sa che perfezionò l’orologio a ripetizione.