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IL CAVALIERE DI BUON GUSTO 179

Beatrice. (E non è nessuna di queste due?)

Ottavio. (No, da cavaliere).

Beatrice. (Oh, questa è bella!)

Ottavio. (Fra poco lo saprete ancor voi). Vi occorre altro?

Beatrice. Niente altro.

Ottavio. Vado al mio posto.

Beatrice. (Questa è bellissima. Che avesse la pazzia in capo di credere di potere sposar la cognata?) (da sè)

Ottavio. Eccomi, garbatissime dame: compatite di grazia. Che vuol dire che mi parete sospese?

Clarice. Io vado pensando chi mai può essere questa vostra sposa.

Eleonora. Potreste dirlo, e levarci di pena.

Ottavio. Voglio un poco farmi pregare. Intanto favorite, beviamo il rosolio alla salute della mia sposa. (versa il rosolio, e tulli bevono alla salute della sposa)

Florindo. Signor zio, noi abbiamo bevuto alla salute della vostra sposa, e alla salute della mia non si beverà?

Ottavio. Avete ragione. Presto, subito. Alla salute della marchesina Rosaura1. Viva la sposa di mio nipote.

Tutti. Viva.

Beatrice. Che cos’è questa sposa? Che cos’è quest’istoria? Io non ne so nulla.

Ottavio. Eh via, signora cognata. Bevete ancor voi alla salute di vostra nuora.

Beatrice. Oh, questo poi no.

Florindo. Sì, cara signora madre, se mi volete bene, fatelo per amor mio.

Ottavio. Sì, sì; evviva. Bevete, bevete; evviva. (a Beatrice)

Florindo. Cara mamma, evviva.

Beatrice. Bricconi, bricconi quanti siete.

Ottavio. Viva la sposa.
Florindo.

Beatrice. Viva, viva. Siete contenti? (beve)

  1. Segue nell’ed. Bett.: «Tutti. Evviva. Ott. Evviva la sposa di mio nipote. Tutti. Evviva».