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IL VERO AMICO 365

Florindo. (Voglio veder, se mi dà l’animo di farle passar la voglia di avermi per marito). (da sè) Signora Beatrice, io la sposerei volentieri, ma non la voglio ingannare. Quando io l’ho sposata, temo che non si penta, onde, giacchè è in libertà, ho risoluto di dirle la verità1.

Beatrice. Dite pure; nulla mi fa specie, purchè abbia voi per marito.

Florindo. Sappia ch’io sono d’un naturale sofistico2, che tutto mi fa ombra, che tutto mi dà fastidio.

Beatrice. Se sarete di me geloso, sarà segno che mi amerete3.

Florindo. Non parliamo di gelosia. Ella non sarebbe in caso di darmene.

Beatrice. Perchè? Sono io sì avanzata?...

Florindo. Non dico questo; ma io sono stravagante. Non voglio che si vada fuori di casa.

Beatrice. Bene; starò ritirata.

Florindo. In casa non ha da venir nessuno.

Beatrice. Mi basterà che ci siate voi.

Florindo. A me poi piace divertirmi e andare a spasso.

Beatrice. Siete giovine, avete ragione.

Florindo. Tante volte non torno a casa.

Beatrice. Se avrete moglie, può essere che torniate a casa più spesso.

Florindo. Sono assuefatto così.4

Beatrice. Vi vorrà pazienza.

Florindo. Sappia, per dirle tutto, che mi piace giuocare.

Beatrice. Giuocherete del vostro.

Florindo. Vado qualche volta all’osteria cogli amici.

Beatrice. Qualche volta mi contenterò.

Florindo. Le dirò di più, perchè son uomo sincero, mi piace la conversazion delle donne5.

  1. Paper.: di dirle tutto.
  2. Pap.: geloso.
  3. Paper. continua: «non vi darò occasione di esserlo, e soffrirò, se lo sarete anche senza ragione. Fior. Non voglio che si vada fuori ecc.».
  4. Pap. aggiunge: La notte vado a spasso.
  5. Pap.: mi piace divertirmi col sesso femminino.