Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu/46

Da Wikisource.
36 ATTO PRIMO

Bonfil. E queste regole non sono soggette a veruna eccezione?

Artur. Sì, non vi è regola, che non patisca eccezione.

Bonfil. Suggeritemi in qual caso, in qual circostanza, sia permesso all’uomo nobile sposare una che non sia nobile.

Artur. Quando il cavaliere sia nobile, ma di poche fortune, e la donna ignobile sia molto ricca.

Bonfil. Cambiar la nobiltà col denaro? È un mercanteggiare con troppa viltà.

Artur. Quando il cavaliere onorato ha qualche obbligazione verso la men nobile onesta.

Bonfil. Chi prende moglie per obbligo, è soggetto a pentirsi.

Artur. Quando un cavaliere privato può facilitarsi la sua fortuna, sposando la figlia d’un gran ministro.

Bonfil. Non si deve sagrificare la nobiltà ad una incerta fortuna.

Artur. Quando il cavaliere fosse acceso delle bellezze1 d’una giovine onesta

Bonfil. Ah Milord, dunque l’uomo nobile può sposar per affetto una donna che non sia nobile?

Artur. Sì, lo può fare, ed abbiam vari esempi di chi l’ha fatto, ma non sarebbe prudenza il farlo.

Bonfil. Non sarebbe prudenza il farlo? Ditemi: in che consiste la prudenza dell’uomo?

Artur. Nel vivere onestamente: nell’osservare le leggi: nel mantenere il proprio decoro.

Bonfil. Nel vivere onestamente: nell’osservare le leggi: nel mem tenere il proprio decoro. Se un cavaliere sposa una figlia di bassa estrazione, ma di costumi nobili, savi e onorati, offende egli l’onestà?

Artur. No certamente. L’onestà conservasi in tutti i gradi.

Bonfil. Favoritemi; con tal matrimonio manca egli all’osservanza di alcuna legge?

Artur. Sopra ciò si potrebbe discorrere.

Bonfil. Manca alla legge della natura?

  1. Zatta: dalla bellezza.